Gravissimo a Berlino: impedito l’ingresso al rettore Ghassan Abu-Sittah

Articolo di Alessandro Ferretti

AL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI GLASGOW GASSAN ABU SITTA, RELATORE AL CONVEGNO SULLA PALESTINA, È STATO IMPEDITO L’INGRESSO ED È STATO DEPORTATO. 

AGGIORNAMENTO: il congresso è stato bloccato e vietato dalla polizia dopo pochi minuti dall’inizio dell’intervento del secondo speaker. La polizia ha tagliato l’elettricità alla sala e ha avvisato partecipanti e speakers che verranno perseguiti legalmente.

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In questo preciso momento, ben 900 poliziotti tedeschi stanno circondando e blindando un palazzo di Berlino: è il primo contingente di un gruppo di intervento di 2500 poliziotti che verranno schierati da oggi a domenica.

Il motivo è semplice quanto incredibile: in quel palazzo oggi inizia il “Palaestina Kongress”, una tre giorni di incontri organizzata per discutere del massacro in corso a Gaza e del ruolo tedesco nel supportarlo. 

Nel programma non ci sono né facinorosi né antisemiti bensì noti professori universitari, politici, medici, scrittori, ricercatori. Eppure, da settimane la stampa e la politica tedesca (inclusi SPD e Verdi) portano avanti una campagna terroristica contro questo incontro, definendo in blocco partecipanti e organizzatori come “odiatori di Israele” e invocando un massiccio intervento poliziesco per “prevenire crimini antisemiti e la glorificazione del terrorismo”.

Il sindaco di Berlino ha definito il congresso “intollerabile”, un deputato CDU ha aggiunto che lo scopo del congresso è in realtà quello di “strumentalizzare le vittime civili nella Striscia di Gaza per i scopi  estremisti”: moltissimi hanno chiesto di vietarlo del tutto. Tutti i partecipanti verranno identificati e la polizia sarà presente in sala, pronta a interrompere il congresso se a suo giudizio verrà manifestato “odio per Israele”.

Per capire cosa si intenda per “odio contro Israele” basti sapere che un uomo, reo di aver esposto una bandiera palestinese su un’impalcatura, è stato immediatamente arrestato e ora è sottoposto ad indagini.

I giornali parlano di “clima teso” in quanto alcuni partecipanti in coda per entrare avrebbero addirittura urlato “Viva la Palestina” e “La Germania finanzia, Israele bombarda”. Il congresso, che doveva iniziare alle 14, non è ancora potuto cominciare: i controlli della polizia hanno rallentato moltissimo l’accesso dei partecipanti.

E così, la Germania cessa di essere uno stato democratico pur di garantire il proseguimento di una strage atroce. Il riallineamento antidemocratico dell’Europa procede rapido e apparentemente inarrestabile, e non illudiamoci: è evidente che anche l’Italia seguirà la tendenza.

Chi volesse seguire dal vivo questo pericolosissimo incontro di estremisti facinorosi e odiatori può farlo (finché dura) al link 

Articolo di Rossella Ahmad
Sembrava impossibile che il fascismo fosse qui, adesso. Chi ne parlava e ne denunciava le esalazioni mefitiche in tempi non sospetti, veniva messo a tacere e bullizzato.  E  in realtà esso  rappresenta il cuore oscuro sempre attivo di quest’europa che ha inventato il colonialismo, lo ha esercitato con disinvoltura per secoli, ed  oggi continua a  manifestarlo  ancora ed ancora con il sostegno al genocidio in Palestina. 

Per sgombrare il campo dal grande equivoco delle democrazie occidentali, basta dare un’occhiata alla Germania di oggi ed allo spiegamento di forze militari fuori misura messe in campo  per contrastare un convegno sulla Palestina. Un democratico convegno a cui parteciperanno personalità di rilievo, ognuna delle quali trattate come potenziale terrorista. Il chirurgo palestinese-britannico  ed ospite del convegno Ghassan Abu Sitta, dallo scorso marzo rettore dell’Alma Mater Università di Glasgow, che abbiamo conosciuto ed amato durante i primi mesi dell’assedio di Gaza, è stato fermato all’aeroporto di Berlino, gli è stato impedito l’ingresso nel paese ed è stato letteralmente deportato, mentre la polizia si è riservata il diritto di interrompere la convention in qualsiasi momento ed a sua discrezione. 

Il  fascismo reale continua ad imperversare. Se non vediamo più immagini e filmati a ripetizione dal ghetto di Gaza è solo perché giornalisti in vita non ve ne sono quasi più ed inoltre la censura sta agendo anche sui social. Non importa ciò che accade. Importa che non si veda e che non si senta. Che non se ne parli. Demokracy in action. 

Ed al riparo da occhi indiscreti, coperto da una coltre di omertà a tutti i livelli, prosegue indisturbato il  grande massacro a Gaza e quello a bassa intensità in Cisgiordania, dove bande di coloni di occupazione – il peggio del colonialismo decontestualizzato dalla storia e quindi puro  esercizio di violenza senza limiti e freni inibitori – oggi hanno assaltato il villaggio di al-Mughayr, nei pressi di Ramallah, uccidendo almeno  un palestinese. Si tratta dell’ultimo episodio di 700 attacchi verificatisi nella Cisgiordania occupata ad opera dei coloni di occupazione dal 7 di ottobre ad oggi. Tutto normale, mentre impazza l’insostenibile retorica del carnefice travestito da vittima.  Mai così ignobile.  I giovani lo hanno compreso. Senza compromessi la hanno rigettata.  Nell’aula magna della Federico II occupata,  nel turbinio di bandiere e kufiye , migliaia di voci hanno oggi gridato il loro orrore rispetto alle collaborazioni universitarie con uno stato genocida.  Sono definitivamente cadute le maschere.

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